27 giugno, 2013

Scuola a 5 anni? I pro e i contro

Mia figlia è di febbraio e quando arrivò il momento di scegliere con mio marito se anticiparle l'iscrizione alla scuola dell'obbligo non ci trovammo certo indecisi: "regaliamole un anno ancora di gioco, a 6 anni e mezzo sarà sicuramente più pronta".
Scelta questa che sia io che mio marito ripercorreremmo senza indugi, perché effettivamente quando arrivò il momento della 1a elementare Luna era pronta ad affrontare quel cambiamento e quel nuovo percorso tanto differente dal nido e dalla scuola materna. La nostra seconda figlia è invece di fine luglio quindi per lei il discorso non vale più (poco più di un mese di anticipo non cambia), certo è che se anche Sole fosse stata di inizio anno io e mio marito avremmo optato ancora per la stessa scelta.

Quindi mi ha incuriosito l'articolo apparso sul Corriere della Sera dove riporta i pro e i contro di anticipare l'iscrizione alla scuola dell'obbligo e sono curiosa di conoscere l'esperienza vissuta da chi ha optato invece per l'anticipo. Le esperienze dirette a volte sono più realistiche di quanto dicano o sostengano gli esperti.

Quindi pongo a voi la domanda fatta dal Corriere della Sera: "è giusto o sbagliato anticipare il percorso scolastico di un bambino nato a gennaio? Andare a scuola, prima del tempo, è un bene per i bambini oppure accelerare le tappe può interferire con un sano e naturale sviluppo emotivo e cognitivo?"

Gli esperti, come riporta il quotidiano, concordano innanzitutto che la scelta vada fatta valutando sia le attitudini individuali di ciascun bambino sia considerando anche le caratteristiche della struttura scolastica e il metodo didattico adottato dagli insegnanti, affinché il passaggio dalla scuola materna alle primarie sia vissuto piacevolmente e non in modo traumatico.
C'è anche però chi assolutamente sconsiglia di anticipare i tempi, perché così facendo si toglie spazio al gioco che è fondamentale per la crescita dei bambini. Ed è questo infatti l'aspetto per cui io e mio marito scegliemmo per Luna il posticipo.
Ma c'è anche chi invece ritiene che l’anticipo scolastico sia un modo per stimolare ulteriormente l’intelligenza dei bambini. Tra questi Giuseppe Mele, presidente della Federazione Italiana Medici Pediatri, che dichiara al Corriere: «oggi i bambini ricevono tanti stimoli, molto più che in passato, sia dai mass media sia dalla famiglia. Stimoli che favoriscono una maggiore rapidità di apprendimento, per cui non credo ci siano controindicazioni, fermo restando che l’offerta didattica sia tale da poter intercettare i bisogni dei bambini anticipatari».
Il quotidiano di riferimento mette in evidenza anche il parere di Anna Oliverio Ferraris, docente di psicologia dello sviluppo alla Sapienza di Roma, la quale ritiene che la questione non riguarda tanto le capacità cognitive del bambino, il fatto per esempio che sappia già leggere e scrivere, quanto più la maturità emotiva e affettiva: «Bisogna considerare, infatti, tutti gli aspetti della personalità. Un bimbo di cinque anni e mezzo può essere intelligentissimo ma non riuscire a star fermo e a concentrarsi per i tempi richiesti attualmente dalla scuola elementare. Personalmente, non sono per l’accelerazione a tutti i costi, perché sono convinta che i bambini imparino molto di più se vengono rispettati i loro tempi, i loro ritmi, i loro reali bisogni. I tempi di concentrazione, per esempio, aumentano via via che si cresce, quindi chi è più grande, anche solo di sei-otto mesi, riesce a portare a termine un compito con minore fatica e ha un controllo maggiore dell’emotività».
Ecco infatti i principi sui quali facemmo ai tempi la nostra scelta per Luna. Perché imporle qualcosa che ancora non avrebbe corrisposto al suo stadio di sviluppo? Luna, così come tutti i bambini, hanno il diritto di avere a disposizione il tempo loro necessario per giocare, un tempo utile e prezioso per crescere, sia fisicamente sia intellettualmente.
Nell'articolo del Corriere compare anche il nome di Renato Dulbecco, premio Nobel per la medicina nel 1975. Nell’introduzione all’edizione italiana del libro "Montessori e il vostro bambino" (Opera Nazionale Montessori, 1999) ha infatti scritto: «Per favorire lo sviluppo della personalità del bambino occorre permettergli libertà di azione, così come per favorire il suo processo di apprendimento è importante rispettare la sua autonomia mentale, riconoscere che impara usando tutti i sensi, ascoltando, vedendo, toccando, e che apprende e si forma facendo e lavorando». 
Ma la scuola tradizionale quale  approccio didattico applica per i bambini più piccoli? «Se l'anticipo significa inserire nelle classi bambini più piccoli senza ripensare l'offerta didattica, potrebbe non essere una buona idea» commenta al Corriere della Sera Benedetto Scoppola, presidente dell’Opera Nazionale Montessori che, come Anna Oliverio Ferraris, sottolinea la necessità che il Ministero dell’Istruzione, consentendo l’anticipo, investa nella formazione dei docenti perché siano preparati a usare tecniche di insegnamento effettivamente rispondenti ai bisogni degli allievi più piccoli e al loro sviluppo.
Il quotidiano riporta poi anche un altro intervento al proposito, quello di Anna Maria Bondioli, docente di pedagogia generale e sociale all’Università di Pavia, che sottolinea che le capacità di studio e di apprendimento non dipendono solo dallo sviluppo cognitivo e intellettuale, ma anche dalle competenze emotive e sociali: «Non basta infatti che il bambino manifesti un forte desiderio di imparare per ritenere che l'anticipo possa essere proficuo». Bisogna valutare, per esempio, se è capace di relazionarsi con gli altri in maniera cooperativa, sia con gli adulti sia con i coetanei, o se è in grado di portare a termine un compito, senza cedere sotto il peso di minime frustrazioni in caso di difficoltà
E' questo un quadro interessante che ha aiutato anche a confermare le nostre scelte per Luna. E vostro figlio, invece, che età aveva quando lo avete iscritto alle primarie? E ora quanti anni ha? Ci sono state difficoltà nel corso del primo anno scolastico? Di che tipo? Volete condividere la vostra esperienza?


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2 commenti:

Laura ha detto...

Io sono andata a scuola a 5, cioè sono di gennaio, mi mancavano solo tre mesi.. Sinceramente non ho mai sentito nessuna differenza, anzi crescendo sono felice della scelta dei miei genitori :)

http://lesamis1417.blogspot.it/2013/06/outfit-fai-da-te.html

Maltagliati Diversi ha detto...

ti mancavano solo 3 mesi e sei di gennaio...
il discorso è non è che cresci con dei problemi se anticipi la scuola, il discorso è se lasciare giocare e crescere giocando i bambini fino ai 6 anni e se le scuole tradizionali sono o meno preparate ad accogliere classi con bambini che hanno magari anche 9 o più mesi d'età di differenza...

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