23 aprile, 2013

Divorzio all'italiana nell'era moderna


Se Fefé e Rosalia si trovassero a dover recitare in una nuova versione di Divorzio all'italiana in chiave moderna probabilmente si troverebbero protagonisti di un cortometraggio. Oggi infatti se in Italia occorrono almento 4-5 anni per ottenere un divorzio e anche più in caso di litigi con l'ex coniuge, ci sono altri Paesi dell'Unione europea che sono diventati meta ambita per circa 2000 copie l'anno che scelgono di diventare turisti del divorzio per riuscire a dirsi addio in tempi brevissimi, con la sola condizione che la coppia si trovi d’accordo su tutto dai figli alla divisione dei beni. 

Basta rivolgersi a un’agenzia specializzata che ha contatti con il Paese prescelto e che pensa a tutto: dall’alloggio alle pratiche.
Ultimamente la Romania è la meta più gettonata dai turisti del divorzio, soltanto a Bucarest ci sono 15 agenzie di avvocati convenzionate con albergatori che offrono monolocali. Si chiede la residenza al comune e la si ottiene all’istante. I legali solitamente parlano italiano ma è comunque fornita anche l'assistenza eventuale di un interprete!
E in Italia intanto c'è chi pensa a conciliare la vita da divorziato con il fitness come ha fatto un club milanese che propone un aiuto al cuore spezzato mettendo a disposizione in abbinamento al corso di spinning momenti di evasione tra pacche sulle spalle e ammiccamenti vari. 

Insomma tutto facile, così una coppia al primo litigio, alla prima difficoltà neanche ci prova a salvare la famiglia. 

Temo che in questo modo non si fa altro che esaltare la famiglia allargata, il divorzio breve senza pensare che quando ci sono dei figli gli unici a soffrire veramente sono proprio loro. Per carità con questo non voglio dire che non si debba divorziare, soprattutto quando ci si trova di fronte a situazioni davvero problematiche. Dico solo che forse tutta questa semplicità, non dà abbastanza tempo per riflettere sulle proprie scelte che devono invece essere prese con serenità senza affrettarsi a definire le reciproche appartenenze dei beni.

E quando si dice che non ci sono più valori...ecco, quello della famiglia unita nel bello e nel cattivo tempo è un valore da trasmettere ai nostri figli....


Questo post ha preso spunto da un articolo apparso su Corriere.it

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