24 giugno, 2012

Famiglie allo "stato liquido"

Ecco un argomento piuttosto tosto, che avevo già trattato in precedenza e che continuerò ad affrontare ogniqualvolta se ne presenterà l’occasione.
Pubblicata a inizio mese su La Stampa.it, l’intervista al noto sociologo Piepaolo Donati mi ha dato adito per condividere con voi il mio pensiero. Oggetto dell’intervista il genoma della famiglia. Già solo il titolo mi ha portata a una lettura completa del lungo articolo e gli spunti di riflessione che ne sono nati sono molto interessanti.
Ma andiamo per ordine. Vediamo intanto perché questo titolo “Viaggio dentro e attorno al genoma sociale della famiglia” che la giornalista Rosalba Miceli ha voluto dare all’articolo. Un titolo decisamente azzeccato poiché con l’espressione genoma sociale della famiglia è riuscita a racchiudere tutta la filosofia del professor Donati espressa in questa intervista.
La giornalista Miceli introduce da subito l’argomento definendo la famiglia nell’epoca della “modernità liquida” il luogo delle transizioni “liquide”…curiosa questa definizione e solo leggendone l’interpretazione di Pierpaolo Donati ne comprendo il profondo significato. Il professor Donati dice infatti che nel caso della vita la liquidità rappresenta quei momenti di passaggio da uno stato all’altro che noi tutti viviamo e oggi tutti questi passaggi sono diventati “liquidi” ossia poco definiti «per esempio – spiega Donati -: quand’è che si costituisce una coppia? Un tempo c’era il fidanzamento, che adesso è scomparso, e quindi fare coppia è una transizione ad una condizione poco definita e sempre incerta. Così pure quando si vive in una convivenza libera senza matrimonio, quand’è che i partner possono dire di aver costituito una famiglia?  Si potrebbe istituire un registro ufficiale, ma è proprio questo che molte coppie non vogliono, perché intendono restare libere di convivere momento per momento. Così pure per i figli: quand’è che un figlio passa dall’infanzia all’adolescenza e poi diventa un giovane adulto? Tutto diventa senza confini».

Regole per tutti
Questo stato “liquido” di avvenimenti ha, secondo Donati, cancellato i più “solidi” riti di passaggio creando così nelle persone crisi di identità, perché confuse e disorientate. Insomma passaggi senza regole, quelle regole che tutti gli esperti di psicologia infantile consigliano a noi genitori di dare ai nostri figli.
La ricerca scientifica condotta da Pierpaolo Donati su un campione rappresentativo della popolazione italiana tra i 30 e i 55 anni ha portato a risultati che confermano anche la mia idea di famiglia e di società. Infatti, secondo quanto illustrato dal professore nell’intervista «la ricerca è partita dall’ipotesi che la famiglia normo-costituita (cioè formata da una coppia uomo-donna stabile con i propri figli) vada perdendo le protezioni del passato e proceda ormai nel mare aperto di una società che non le è più favorevole, ma nel migliore dei casi la rende indifferente... Gli individui fanno famiglia nelle maniere più diverse e la società li incoraggia alla massima variabilità... »
Quindi confermando il mio pensiero, la famiglia di oggi si va sgretolandosi e mi sento di condividere quanto sostiene Donati quando dice che il fatto di non sostenere più la famiglia normo-costituita «porta ad una più generale frammentazione e disintegrazione del tessuto sociale» con famiglie «più fragili, deboli, con maggiori rischi di povertà, un clima familiare più triste e pessimistico, minori scambi con l’esterno e quindi minori aiuti».

Condizioni ed effetti
Quando nel 2001, dopo quattro anni di convivenza, io e mio marito decidemmo di sposarci fu perché era nostra intenzione da lì a poco metter su famiglia…metter su famiglia. Ecco quindi il concetto di famiglia che avevamo allora e abbiamo tutt´oggi, un rapporto stabile, regolamentato.
E non posso dar torto, a costo di apparire troppo tradizionalista, al professor Donati quando sostiene che il matrimonio «costituisce un valore aggiunto per le persone e per la società, in quanto il patto matrimoniale migliora la qualità delle relazioni di coppia e ha importanti conseguenze positive (biologiche, psicologiche, economiche e sociali) per bambini e adulti....».
Insomma quando io e mio marito decidemmo di sposarci per metter su famiglia eravamo entrambi d’accordo che il matrimonio ci avrebbe permesso di appartenere integralmente alla società. Ed eravamo inoltre convinti che un sodalizio di coppia ufficiale avrebbe costituito l’ambiente più idoneo per la crescita di un figlio.
Ipotesi la nostra che ho poi riscontrato nell’analisi di Pierpaolo Donati secondo la quale «tre differenti strutture familiari, in particolare delle famiglie con coppia genitoriale unita, famiglie ricomposte e famiglie monogenitoriali, si evidenzia maggiore fragilità in queste due ultime strutture familiari. Nelle famiglie ricomposte a seguito di separazione, i genitori hanno maggiori difficoltà a svolgere il loro ruolo educativo… I genitori che sono soli o provengono da separazioni si caratterizzano per una maggiore sfiducia verso il contesto sociale esterno... Particolarmente carente è la capacità delle famiglie monogenitoriali di realizzare la trasmissione culturale e la solidarietà fra le generazioni, perché queste famiglie devono affrontare in solitudine le sfide legate alla crescita dei figli,…».

La famiglia è la linfa vitale della società
L’intervista, che tocca altri aspetti tra cui il rapporto famiglia-lavoro e il peso della famiglia nel capitale sociale che, condivido pienissimamente con Donati, crea anzi è la fonte principale del capitale sociale della società, dicevo, il professor Donati termina l’intervista tracciando una chiara sintesi «la famiglia normo-costituita è e rimane la sorgente vitale della società…La famiglia, dunque, non è una istituzione del passato, ma è una istituzione del futuro in vari sensi… dalla famiglia dipende il futuro della coesione e del benessere sociale di ogni comunità e poi vivere in un tipo di famiglia o in un altro diventa sempre più determinante per il destino delle singole persone, nel lavoro e nella vita sociale in generale».

E allora se la famiglia è e deve rimanere la linfa vitale della società è anche necessario dar noi gli spazi e gli strumenti basilari per far sì che la vita famigliare venga in qualche modo agevolata. Agevolazioni che sostengano le funzioni sociali e, soprattutto, il valore sociale della famiglia all’interno della società.

E voi cosa ne pensate?



Fonte: LaStampa.it

1 commento:

Anonimo ha detto...

bellissimo riassunto l'argomento dovrebbe essere diffuso con maggiore enfasi. veramente complimenti. grazie.

Posta un commento