30 novembre, 2011

Infanzia a rischio


In questo post voglio darvi dei numeri che penso vi portino sconforto come lo hanno portato a me. I dati sono quelli pubblicati nel secondo Atlante dell'Infanzia diffuso da Save the Children, oltre 150 pagine e 80 mappe sulla condizione di bambini e adolescenti del nostro Paese: dalle città e territori in cui vivono, alla povertà minorile, dagli spazi di verde e di gioco disponibili, all'inquinamento urbano, dalla dispersione scolastica ai servizi per l'infanzia. 
Ma passiamo ai dati che, come uso fare sul blog, vi riporterò in maniera piuttosto schematica per una più veloce lettura:
  • 10 milioni 229 mila i minori in Italia (pari al 16,9% del totale della popolazione)
  • 1.876.000 di essi vivono in povertà e il 18,6% in condizione di deprivazione materiale.
  • le famiglie a basso reddito con 1 minore sono aumentate negli ultimi anni dell’1,8%, e tre volte tanto (5,7%) quelle con 2 o più figli
  • Quasi 1 milione di cui 572 mila sono bambini e ragazzi nati in Italia, ma che di fatto una legge molto restrittiva riconosce la cittadinanza e il pieno riconoscimento dei diritti civili solo al compimento del diciottesimo anno
“La qualità della vita dei nostri bambini e ragazzi è mediamente incomparabile con quella del secolo scorso - commenta Valerio Neri, Direttore Generale Save the Children Italia -. Tuttavia,se non è più la tubercolosi a uccidere, o la guerra, oggi i nostri minori fanno i conti con la povertà, la scarsità di servizi per l’infanzia, le città inquinate, stili di vita insani che conducono all’obesità.”
  • Napoli, Caserta, Barletta-Andria-Trani le città più giovani (ossia dove gli under 18 sono in maggioranza rispetto agli over 65)
  • Trieste e Savona, invece, le città più vecchie
  • Nel complesso, l'Italia rimane comunque il Paese più vecchio a livello mondiale
Analizzando la distribuzione della popolazione minorile nei capoluoghi di provincia e nei principali comuni italiani, si denota un graduale esodo dei minori dai centri storici delle aree metropolitane verso le periferie o i comuni limitrofi, città satellite, hinterland di recente costituzione. Il fenomeno è in gran parte dovuto al disagio abitativo delle famiglie giovani con figli con il paradosso che un numero sempre maggiore di bambini e di adolescenti finisce per crescere in territori spesso caratterizzati da una riduzione degli standard (urbanistici, ambientali, sociali) e dalla mancanza di servizi per l’infanzia.
Povertà relativa e assoluta
  • 1.876.000 sono i bambini e ragazzi in povertà relativa, cioè che vivono in famiglie che hanno una capacità di spesa per consumi sotto la media
  • 653 mila sono invece i bambini e ragazzi in povertà assoluta (privi dei beni essenziali per uno standard di vita minimamente accettabile). Il 9,3% di tutta la popolazione minorile sono nel Sud Italia
  • La Sicilia è la regione ad avere la quota più elevata di minori in povertà relativa (il 44,2% dei minori), seguita dalla Campania (31,9%) e Basilicata (31,1%) mentre la Lombardia (7,3%), Emilia Romagna (7,5%) e Veneto (8,6%) sono le regioni con la percentuale inferiore.
  • Il 18,6% di minori italiani versa in condizione di deprivazione materiale: nel Nord Est ben il 7% delle famiglie con minori dichiara di aver difficoltà a fare un pasto adeguato almeno ogni 2 giorni e al Sud il 14,7% di famiglie con minori non ha avuto soldi per cure mediche almeno una volta negli ultimi 12 mesi (7).
Infanzia nel traffico...
Le città italiane sono sempre meno a misura di bambino. Il tasso di motorizzazione è altissimo dappertutto
  • Roma: 450 mila minori e 1 milione 890 mila macchine, per un tasso di 4,2 macchine per bambino. In cima alla classifica delle città con il tasso di motorizzazione più alto, Aosta (13,5), Cagliari (5,4), Ferrara (5,1), l’Aquila (4,8)
...e nello smog
Rilevante l'inquinamento dell'aria in molte città italiane. Spiccano per il maggior numero di giorni di superamento del valore limite di particolato (PM10):
  • Ancona (140 giornate), Torino (131) e Siracusa (116) )
  • Matera e Nuoro, 1 solo giorno di sforamento del limite.
All'aria aperta
Anche la disponibilità di aree verdi per giocare variano:
  • Nord e Centro oltre 2 bambini su 3 giocano nei giardini pubblici.
  • Sud, scende al 16% la fruizione dei giardini pubblici
  • Aumenta la frequenza da parte dei ragazzi fra gli 11 e i 17 anni dei centri commerciali: 1 ragazzo su 5 va almeno una volta a settimana.
Cresce l'obesità
L’Atlante si sofferma anche sulle condizioni di salute e sugli stili di vita dei minori italiani
  • 1 milione e 100.000 i bambini sovrappeso, di cui quasi 400 mila obesi. La Campania la regione con la più alta percentuale di bambini obesi (20,6% nella fascia di età della terza elementare), seguita da Calabria (15,4%) e Puglia (13,6%) a fronte del 9,2% della media nazionale (fonte CCM-Istituto Superiore di Sanità).
Formazione scolastica
Altro indicatore importante è quello relativo alla dispersione scolastica
  • 1 milione (si stima) i giovani 16/24enni che hanno conseguito soltanto l’attestato di scuola secondaria di I grado e che non prendono parte ad alcuna attività di formazione. Si va dal 12,1% del Friuli Venezia Giulia al 26% della Sicilia, seguita da Sardegna (23,9%), Puglia (23,4%), Campania (23%) e da alcune regioni del Nord come la Provincia di Bolzano (22,5%) e la Valle D’Aosta (21,2%).  Il 12,3% degli studenti interrompe la frequenza alla scuola superiore e non si iscrive all’anno successivo.
Asili nido & C.
L'ultima parte si riferisce alle risorse e servizi per l’infanzia.“Il quadro dell’infanzia che emerge dall’Atlante e dalle sue numerose mappe, non può non preoccuparci soprattutto laddove si vanno ad analizzare le risorse e le misure messe in campo a tutti i livelli in favore dei bambini e degli adolescenti presenti sul suolo italiano”, sottolinea Valerio Neri.
Rispetto ai servizi emergono grandi differenze da regione a regione. Per esempio gli asili nido
  • Emilia Romagna usufruiscono del nido il 29,5% dei bimbi tra 0 e 2 anni
  • Campania solo il 2,7% dei bambini sono presi in carico dai nidi pubblici
“In questo quadro la crisi economica non può essere addotta come giustificazione ma anzi deve essere un incentivo a investire sull’infanzia una volta per tutte se vogliamo che oltre la crisi ci sia un futuro per il nostro paese, cioè per le giovani generazioni. Questo significa una serie di misure e provvedimenti urgenti e fondamentali", conclude Valerio Neri.
Questo post si commenta da solo!

Nessun commento:

Posta un commento